Per replicare a casa il torrone bastano la pazienza di leggere, gli
ingredienti necessari, una planetaria o robot da cucina, una bilancia,
due termometri digitali che costano pochi euro, e alcuni stampi in
acciaio.
Inizio rompendo le uova per ottenere 250gr di albume che metto nel vaso
della planetaria. Meglio se non sono uova di giornata. Spiega Brunelli:
“E’ un trucco che usa Pierre Hermé (sommo pasticcere francese): rompe le uova 3 giorni prima dell’uso e le lascia a temperatura ambiente”.
Nel frattempo taglio i fogli di ostia necessari a foderare i bordi degli stampi d’acciaio che riempirò con la pasta di torrone.
Peso 2250 grammi di frutta secca scegliendo tra mandorle, nocciole o
pistacchi. Il mio personale mix è formato da 1000 grammi di Nocciole
Piemonte, 800 grammi di Mandorle di Toritto (presidio Slow Food) e 450
di pistacchi di Bronte. Ma ognuno fa come crede, ritagliare la ricetta
sulle proprie esigenze è il massimo. Volendo si può usare anche frutta
candita. Suggerisce Brunelli di scaldare la frutta secca per 10′ nel
forno preriscaldato a 150°C, perchè usata fredda può rovinare la pasta
del torrone riducendola in grani.
Prendo ora due pentole, una per lo zucchero, l’altra per il miele. Nella
prima peso 1500 grammi di zucchero e 450 grammi d’acqua che mescolo
energicamente prima di mettere sul fuoco; nella seconda metto 900 grammi
di miele, nel mio caso di acacia biologico dell’azienda “Il Podere”. Su
consiglio di Brunelli salto il glucosio che non è semplice trovare.
A questo punto entrano in scena i termometri digitali.
Scaldo lo sciroppo di acqua e zucchero fino a 144°/145°C, non vado
oltre. Poco prima, quando la temperatura raggiunge i 120°C, metto in
moto la planetaria per montare gli albumi. Accendo anche il fornello per
scaldare il miele, visto che per raggiungere i 120°-122°C impiega meno
tempo. Attenzione, se superiamo questa temperatura bruciamo il miele
compromettendone il sapore.
Verso a filo prima lo sciroppo di zucchero sopra gli albumi montati, poi
il miele, lascio che la planetaria faccia ancora qualche giro per
amalgamare bene il composto. Tolgo il vaso dalla planetaria e aggiungo
la frutta secca preventivamente scaldata, mescolando con un paiolo di
legno per evitare che si attacchi.
Bene, l’impasto è fatto. Devo depositarlo negli stampi che poi chiuderò
con altri fogli di ostia. Non mi resta che lasciare il torrone a
riposare per una notte a temperatura ambiente, poi, et voilà, sarà
pronto.
Nessun commento:
Posta un commento